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Data: 07/06/2024
Testata Giornalistica:
IL MESSAGGERO

Ecografie, colonscopie e visite oncologiche al top delle liste d'attesa. Un anno per un esame a capo e collo nove mesi per un controllo intestinale

L'AQUILA Oltre quattro mesi per una visita oncologica, più di un anno per una visita endocrinologica, un anno per una ecografia capo e collo e più di nove mesi per una colonscopia. Sono solo alcuni dei tempi "record" delle liste d'attesa per le prestazioni sanitarie registrati in Abruzzo. Numeri che fotografano una situazione di grande difficoltà sia nelle modalità di rilevamento dei dati sia nei tempi di erogazione delle prestazioni. È quanto emerge dal monitoraggio nazionale sulle liste di attesa realizzato da Federconsumatori, in collaborazione con Fondazione Isscon e con il contributo della Cgil. Il report "La salute non può attendere" è aggiornato con i primi dati disponibili relativi al 2024. Tuttavia a maggio 2024, come precisato nel report di Federconsumatori, non sono reperibili dati aggregati che consentano il confronto su base regionale.

IL FRONTE -  Il report arriva in un momento caldo sul fronte sanitario, che vede al centro della discussione il decreto "salva Sanità" voluto dal governo nazionale. Una misura che, così come attualmente si presenta, viene criricata dall'Anaao Assomed, il maggiore sindacato degli ospedalieri, dalla Cimo-Fesmed, dalla Cgil e le Regioni. Per i sindacati dunque l'approvazione dei giorni scorsi da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge e del disegno di legge per l'abbattimento delle liste di attesa nella Sanità «non è una soluzione», anzi il provvedimento «ricade ancora una volta su medici e dirigenti sanitari». Il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, e il presidente nazionale Cimo-Fesmed, Guido Quici, spiegano infatti che «non è accettabile chiedere a medici e infermieri di ridurre le liste di attese lavorando anche il sabato e la domenica quando per assicurare in quei giorni un minimo turno di servizio, si è già costretti a ricorrere alle prestazioni aggiuntive o a medici a gettone».

Per Alessandro Grimaldi, segretario dell'Anaao Assomed Abruzzo, servono investimenti, l'abbattimento dei tetti di spesa sul personale, assumendo e motivando i giovani. Insomma «una operazione non demagogica ma razionale, auspichiamo che il decreto venga modificato», spiega Grimaldi, che rivolge la sua attenzione in particolare a una delle proposte messe nero sul bianco dal governo: quella di lavorare anche nei weekend. «I medici già lavorano il sabato e la domenica, il punto è che sono occupati a fare le guardie - ha precisato il segretario dell'Anaao - Già adesso è difficilissimo organizzare i turni perché manca il personale e con l'estate questa difficoltà sarà ancora più evidente».

Il problema «è sistemico» e in quanto tale andrebbe risolto: «Come? Implementando le tecnologie, assumendo più personale, elaborare protocolli diagnostico-terapeutici efficaci che possano evitare l'eccesso di richieste, che mandano in tilt il sistema. Il settore è poi sotto finanziato: ricordiamo che la spesa rispetto al Pil in Italia è tra le più basse d'Europa - aggiunge Grimaldi -. Le Regioni sono in oggettiva difficoltà perché hanno fatto debiti, soprattutto nel Covid, con un impatto devastante dell'inflazione sui costi legati al materiale, senza dimenticare i costi energetici enormi. Non possiamo pensare di gestire tutte le Asl con gli stessi fondi. Si devono razionalizzare i servizi ma non si può scaricare sui medici: le prime vittime del sovraccarico di lavoro siamo noi».

LO SPOT -  A criticare con forza l'atteso intervento sulle liste di attesa per le prestazioni sanitarie è poi il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, che parla di «una scatola vuota», una misura che «non cambia nulla». «Ci auguriamo - aggiunge Ranieri - che non sia solo uno spot». Per il segretario della Cgil è fondamentale intervenire sul tetto di spesa per il personale, che «salta dal 2025»: «Bene, ma è prevista la copertura finanziaria del provvedimento? È già evidente che le Regioni con i loro bilanci non sempre riescono a coprire le spese sanitarie, non si può far finta di niente». Le misure messe in campo dal governo per Ranieri «non risolvono i problemi e non ci sono fondi, quindi qualcuno dovrà spiegarmi cosa cambia concretamente con questo decreto. In Abruzzo c'è poi la questione del deficit e in questo senso siamo molto preoccupati per possibili tagli e per questo abbiamo chiesto un incontro a tutte le Asl, che dovranno presentare i piani di razionalizzazione a breve chiesti dall'assessore Nicoletta Verì. Ad oggi tuttavia nessun direttore generale ci ha convocati - conclude Ranieri - Siamo ormai al "gioco delle tre carte", con annunci continui sulla stampa ma senza alcuna certezza».

07 giugno 2024 il MESSAGGERO

 


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